Il romanzo affronta i turbamenti interiori e le pulsioni erotiche di un maturo sacerdote alla ricerca della propria strada. Il lettore incontra, lungo la narrazione, un unico protagonista e due personaggi secondari di cui uno addirittura virtuale, rosalba1954. Ma la donna è davvero una professoressa di inglese appassionata del poeta William Blake o dobbiamo invece credere alla definizione che da di se stessa: ''Non sono reale. Sono una finzione''...

La storia è raccontata con uno stile ironico, divertente e trasgressivo che utilizza il più moderno dei mezzi di comunicazione, la chat appunto, per esprimere i conflitti senza tempo di un uomo di chiesa in lotta con la propria sensualità.

La prosa di Monica Irma Pagani scivola leggera e ironica sui bizzarri incontri in rete, li cala nella quotidianità con uno stile immediato e li sfuma con i toni lievi dell’umorismo e dell’assurdo, rendendoli così metafore reali di un universo che di tale ha ben poco. Quasi niente è come sembra: sottilmente ambiguo, il mondo delle chat si nutre di parole ed emozioni senza volto, animate dai bit di un computer piuttosto che corrispondenti a persone in carne e ossa.

Internet e la chat sono espressioni della tecnologia del nostro millennio. Invece, perché chatta chi è impegnato in un rapporto di coppia che sembra appagante e completo? Per curiosità? Per desiderio di narrarsi? Un amore senza volto può travolgere la vita della coppia? è innamoramento, amore, passione, o solo bisogno di evadere dalla noia della quotidianità? In rete sono aboliti i corpi, vissuti talvolta nel reale come ingombranti. On line non ci sono ruoli sociali, né gerarchie culturali, solo scambio di parole digitate su uno schermo, solo incontri di personalità ed emotività.